A volte ci penso
a quel "che" tanto investigato
rapidi impulsi biochimici che percorrono il nostro essere
che generano quegli stati psicosomatici pari ad un dolce oblio.
Ci penso, così in chiave materiale per trovargli una ragione.
Eppure... eppure ancora non ce n'è una.
Quel magnifico torpore,
il rito ancestrale,
la danza e la l'eleganza
dei sospiri sospesi
dello sgurdo che timido avanza.
Smarrito, talvolta impaurito
dall' inconsapevole desiderio
che segregato si tiene,
fremente nell'attesa
di chi ci rimanda cortese
il tremolante sorriso
e il viso arrosito.
mani nell''intreccio dapprima unite
gentil si congedano e audaci inseguono
d'istinto irrefrenabile
piu in là d'un inchino riverito
suave la pelle che vergine sussulta
e di tremolii gremisce.
suadente l'invito al peccato
ma il tempo di cui ci ha armato
questo dì tanto amato
passione, desideri e pensieri
ci vuol far trascinare
fin all'istante del nuovo ritrovarsi.
qualcosa di piu d'una semplice sinfonia
e non di meno d'un valzer in sintonia.
è follia!
un solo respiro...
e l'anima inplode... sospiro
veleggiante si naviga allora
fin la terra di mezzo
tra fate e orrori
nell'inscoscenza senza rimedio
a rendere la fantasia
il motore dell'euforia
è allora ingenua magia.